Paesi della provincia di Reggio Calabria
Bova
Documentario - BOVA, capitale della Bovesìa
Bova, piccolo borgo del comprensorio reggino, è il centro della Bovesìa, un’area dove tutt’oggi resiste la cultura greca di Calabria. Il paesino, che in Greco di Calabria è conosciuto come Chòra tu Vùa, è arroccato alle pendici dell’Aspromonte, in mezzo a vaste distese di bergamotto, ai confini con Roghudi, Roccaforte del Greco, Palizzi e Condofuri, tutti paesi dell’area grecanica. Qui il tempo sembra essersi fermato, i luoghi e le tradizioni sono rimaste quelle di un tempo, tramandate da generazioni.Lungo le viuzze del borgo, possiamo ancora sentire il tipico rumore dell’antico telaio, o quello del vetro, lavorato da sapienti artigiani, cogliendo il profumo dei prodotti tipici che inebriano il borgo; formaggi, olio, salumi, e la squisita Lestopitta, una frittella tipica fatta con acqua e farina, condita con olio e sale, e farcita con i prodotti locali, da gustare accompagnata da un buon bicchiere di vino rosso.
Il borgo ha origini molto antiche, era abitato già nel IV millennio A.C., come testimoniato dai ritrovamenti di resti di armi primitive, all’interno dell’area del castello. Addentrandoci per gli stretti vicoli del borgo, dove l’atmosfera silenziosa è rotta solo dai nostri passi, possiamo ammirare i palazzi nobiliari Nesci di Sant’Agata e Mesiani Mazzacuva, importanti opere del XVIII secolo, oltre a numerosi portali in pietra che adornano le abitazioni del centro storico.
Il Palazzo Nesci di Sant’Agata, ubicato nella zona centrale del borgo, fu restaurato alla fine dell’ottocento, in seguito al terremoto del 1783. Esso si presenta con un corpo a base quadra, con cortile interno, che si sviluppa su due piani. All’ingresso possiamo ammirare un magnifico portale in pietra, con arco a tutto sesto, dove si trova lo stemma nobiliare della famiglia Nesci.
Il Palazzo Mesiani - Mazzacuva, venne costruito sui ruderi di un’antica torre del XV secolo, utilizzata in passato come accesso al borgo. La facciata, realizzata in muratura mista, presenta un portale in pietra chiara di ottima fattura. Attualmente, al suo interno vengono allestite mostre locali, e vi si tengono importanti convegni.
Tra le opere di architettura religiosa, la più importante è sicuramente
la Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia, di origine seicentesca, costruita sui ruderi di una più antica, di epoca bizantina. La struttura, di origine normanna, è suddivisa in tre navate, e custodisce al suo interno una pregiata statua in marmo, raffigurante la Madonna col Bambino, del 1584. La facciata principale, vanta un portale realizzato in pietra tufacea, in stile barocco, accompagnato da piccoli capitelli, e sormontato dallo stemma vescovile; mentre sul lato destro si innalza la torre campanaria, alta 7 metri e mezzo e dotata di quattro campane.
La Chiesa di San Leo, fu eretta verso la fine del XVIII secolo, nel sito dove precedentemente era collocata un’antica struttura religiosa. All’ingresso si accede attraverso un’imponente scalinata, che conduce al portale in pietra, sul quale è scolpito lo stemma del borgo e la data 1606. L’interno, a navata unica, con le pareti decorate a stucco in stile ottocentesco, custodisce sull’altare maggiore, una statua in marmo bianco, raffigurante San Leo; mentre in una cappella, posta sul lato della navata, sono custodite, all’interno di un’urna d’argento, le sue reliquie, che il 4 maggio di ogni anno, vengono portate in processione per le vie del borgo, insieme al busto del Santo.
La Chiesa di San Rocco, risalente al XVI secolo, sorge dove era anticamente ubicato il Convento dei Frati Minori di Sant’Antonio. La facciata si presenta con un magnifico portale in pietra intagliata, con decori sia alla base che nella parte alta, al centro dell’architrave, dove si trova anche uno stemma vescovile. L’interno, strutturato a navata unica, con abside semicircolare, conserva un soffitto ligneo, ove è dipinto un rosone. Qui, ancora oggi, le funzioni vengono celebrate secondo il rito greco - bizantino.
La Chiesa del Carmine, venne costruita intorno alla metà del XVII secolo, in stile tardo-rinascimentale. La struttura, di incantevole bellezza, presenta sulla facciata uno splendido portale in pietra, realizzato da artigiani locali, alla cui sommità è posto la stemma della famiglia Mesiani, a cui appartenne la chiesa. L’interno, a navata unica, custodisce un altare in marmo con la statua della Madonna del Carmelo, e nel pavimento una lapide con incisa la data 1752.
La Chiesa di Santa Maria dell’Immacolata, eretta nel XVIII secolo, presenta sulla facciata un portale in pietra finemente intagliata, in stile tardo-barocco, realizzato da maestranze locali. Sopra il portale, si apre una finestra con lo stemma della famiglia Marzano, che ne fu proprietaria e la utilizzò come cappella privata, a cui si accedeva dall’adiacente palazzo. All’interno, in fondo all’unica navata, ci appare l’altare maggiore, dove, un tempo, era collocata una tela della Madonna Immacolata, attualmente custodita nella Chiesa di San Leo.
Il Castello Normanno, di cui oramai rimangono solo dei ruderi, venne eretto sullo sperone di roccia che domina tutta la vallata dell’Amendolea.
La struttura, che ebbe un ruolo importante durante l’invasione turca, è accompagnata da una torre, anch’essa di origine normanna, facente parte del sistema difensivo, costituito dalla cinta muraria e da altre tre torri andate distrutte.
Il Museo di Paleontologia, conserva oltre 15.000 reperti, prevalentemente di origine calabrese, risalenti ad un periodo che si estende fino a 120 milioni di anni fa.
Il Sentiero della Civiltà Contadina è un pezzo di storia che rivive lungo i vicoli di Bova. L'ideatore, Saverio Micheletta, ha voluto riportarci indietro nel tempo, facendoci rivivere emozioni indescrivibili.
In una piazzetta del centro, troviamo una vecchia locomotiva a carbone del 1911, singolare attrattiva turistica e testimonianza dei cittadini Bovesi che lavorarono come ferrovieri.
La maggiore attrattiva folkloristica sono le Pupazze, figure di donne costruite con foglie di ulivo, sapientemente intrecciate lungo un bastone di canna e abbellite con fiori e frutta. Durante la domenica delle Palme, vengono portate in processione per le vie del paese, benedette, ed in seguito distribuite alla gente del paese in segno di buon auspicio.
La festa patronale svolge il 5 maggio, in onore a San Leo.
NG
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