Cumprunta e riti di Pasqua
Filmato I VATTIENTI DI VERBICARO
Riprese e montaggio Francesco Spingola
I riti pasquali in Calabria fanno rivivere ancora l’atmosfera di tempi passati, con usanze che si tramandano da generazioni. Si comincia il Giovedì Santo, con la processione di Stilo in cui vengono prima benedette, e poi portate in processione le Gucciedate, pane a forma di ciambella impilato sopra delle croci in canna, o l’antico rito dei Vattienti che si svolge a Verbicaro (giovedì)(risalente al 1473) e a Nocera Terinese (venerdì), una toccante rappresentazione in cui alcune persone si percuotono le gambe fino a farle sanguinare, per mezzo di un pezzo di sughero detto Cardo, coperto da schegge di vetro.
Il Venerdì Santo si svolge la rappresentazione della Via Crucis, come la Giudaica di Laino Borgo, dove centinaia di figuranti locali inscenano per le vie del borgo le ultime ore di vita di Gesù, o la Naca (culla) di Cutro e di Catanzaro, dove viene portata in processione una bara con all’interno il Cristo morto, accompagnato dalla banda che intona struggenti opere con a seguito una folla incommensurabile, o ancora la processione delle Varette, che ha luogo a Cassano e Reggio Calabria.
Sabato Santo è la volta del Caracolo, che si svolge a Caulonia, una sorta di processione di origine spagnola risalente alla fine del 1600, che ripercorre le ultime ore di vita di Gesù lungo le stradine del borgo per poi incontrarsi in piazza Mese dove si crea un’enorme serpentone che si muove formando dei cerchi concentrici.
La domenica è dedicata alla festa per la resurrezione, in ogni parte della regione si svolgono le processioni di Pasqua.
La rappresentazione è conosciuta come Affruntata o Cumprunta, essa consiste nel portare a spalla le statue della Madonna vestita di nero, del Cristo risorto e di san Giovanni che fa la spola tra le due.
La processione, che simboleggia l’incontro tra la Madonna e Gesù dopo la resurrezione, culmina con la svelata, ossia la perdita del vestito nero indossato dalla Madonna, che lascia il posto ad un abito chiaro in segno di festa, accompagnato dal tintinnio delle campane e dalle note delle bande cittadine che suonano a festa.
Il tradizionale simbolo gastronomico della Pasqua sono i Cuzzupi o Cuddhuraci o Cuculi, biscotti tipici di svariate forme preparati dalla gente del luogo in cui vengono poste delle uova sode in numero dispari e poi cotti in forno. Essi simboleggiano la resurrezione e quindi la fine del digiuno.
NG
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