il Convento di San Domenico - Soriano Calabro
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L’antico Convento di San Domenico ci riporta indietro nel tempo fino al 1500 d.c., periodo in cui venne edificato quello che in seguito divenne uno dei più grandiosi edifici religiosi dell’intera Europa. Il Santuario sorgeva a Soriano Calabro, piccolo borgo ubicato a ridosso della catena montuosa delle Serre, ad un’altitudine di circa 300 mslm. Distrutto dal terremoto del 1659, sulle stesse rovine venne ricostruito un nuovo imponente edificio religioso, per volere del Re di Spagna Filippo IV. Il complesso, dedicato al Patriarca San Domenico, visse momenti di grande splendore, come possiamo facilmente intuire visitando i maestosi ruderi sopravvissuti al tremendo sisma del 1783. Risalendo il borgo ci troviamo davanti l’imponente facciata del Santuario, in stile barocco, un’opera dell’architetto Bonaventura Presti, dichiarata Monumento Nazionale. Il maestoso portale in pietra, a cui si accede mediante due scalinate laterali, è accompagnato da due colonne che reggono il timpano sotto il quale è posizionato lo stemma araldico dei Domenicani. Ai lati si aprono quattro cappelle, probabilmente occupate un tempo da altrettante statue di Santi. Dal cancello è possibile intravedere i resti della basilica posta proprio di fronte l’ingresso; una chiesa a croce latina che vantava otto cappelle laterali, e un ampio abside che ospitava l’altare maggiore (opera di Cosimo Fanzago del 1631) e la Cappella del Santo Gusmano, in cui era custodita la famosa tela di “San Domenico”, un’opera che secondo la credenza fu eseguita da mano Divina, e che attualmente è custodita nella nuova chiesa di San Domenico, sorta sui resti dell’antico Chiostro Priorale.
Maestoso era l’altare maggiore, elegantemente decorato in stile seicentesco, e sormontato dalla spettacolare ed imponente cupola, alta oltre 100 metri ed impreziosita con gli affreschi di Mattia Preti.
L’imponente complesso nell’anno 1649 , ospitava 22 sacerdoti, 18 novizi e 43 conversi e vantava una vastissima biblioteca arricchita con manoscritti e pubblicazioni degli stessi frati occupanti il convento.
Immergersi nei monumentali ruderi del Convento è stato come catapultarsi indietro nel tempo per rivivere l’atmosfera di quell’epoca, un’esperienza che solo visitando l’incantevole sito può essere percepita appieno.
NG