Viadotto Bisantis - Catanzaro - Ph. Umberto Rotundo
Costa degli Aranci - Soverato
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Paesi della provincia di Catanzaro

Montauro

 

Montauro è un  piccolo comune  della provincia di Catanzaro, situato nel versante ionico delle Serre,  verso il Golfo di Squillace, a nord della foce del torrente Soverato, ad un altitudine di 393 mt sul livello del mare.

Sorto intorno al VII secolo d.C., il borgo ebbe nome dal monte su cui sorge. Il nome Montauro riscontrabile in molti monumenti greci e nelle parole" ORO CRUSUS" sta a significare, monte d'oro o del colore dell'oro. Inizialmente fu abitato da monaci greci, che per sfuggire alle persecuzioni, si stanziavano nell’Italia meridionale, fondando diversi monasteri, tra cui proprio quello di San Giacomo, che oggi corrisponde al Monastero di Sant’Anna.

Il paese è prevalentemente agricolo e basa la sua economia sulla coltivazione di frutta: arance, mandarini e uva di ottime qualità, ma in particolar modo le coltivazioni di alberi di ulivi, che ricoprono gran parte del territorio montaurese. Qui si producono grandi quantitativi di olio di ottima qualità, che ancora oggi costituisce una fonte di reddito per molte famiglie, grazie, sia alla raccolta che alla vendita di quest'ultimo. In passato si contavano oltre 10 frantoi di pietra ,oggi sostituiti da moderni macchinari. Altra fonte di reddito è la pesca, una voce molto rilevante nella passata economia del paese, infatti veniva chiamato, il paese dei "marinari o dei pisciari". Fino ad un ventennio fa contava oltre 70 pescatori di professione, ora se ne contano al massimo 4 o 5, un mestiere ormai destinato a scomparire a causa delle leggi e della scarsa pescosità del nostro mare.

L’artigianato e stato in passato una grande fonte di reddito per la lavorazione del legname, del ferro e della pietra; ancora oggi vengono riconosciuti grandi mastri falegnami e fabbri e in effetti mobili da loro costruiti erano oggetto di grandi richieste dei nobili dell'epoca, e tuttora ben custoditi. 

 

Montauro è ricco di palazzi nobiliari, corredati di magnifici portali in pietra, realizzati in vario stile, che ricordano l’ispirazione classica del borgo. Al centro del paese, troviamo la villa comunale Regina Elena, con il suo giardino che si affaccia a strapiombo sul mare da dove è possibile ammirare l’intero Golfo di Squillace.

 - La chiesa principale, dedicata a S. Pantaleone, sorge nella parte centrale del borgo, in una posizione da cui domina tutto il mare Jonio. Da qui lo sguardo può scorrere dalla punta di Stalettì fino a Soverato. 

L’edificio, più simile ad una fortezza che a quello di una chiesa, si presenta  all’esterno con una maestosa torre posta all'angolo nord - ovest. Sulla facciata principale troviamo l’ingresso a cui si accede tramite un gradino in pietra, dove possiamo ammirare un bellissimo portale bugnato, sormontato da uno stemma con croce greca. All’interno, la chiesa, è divisa in tre navate, separate da due file di colonne in pietra. La volta della navata centrale, è in legno dipinto, mentre sui lati troviamo due affreschi che ritraggono l’arrivo delle reliquie del Santo. L’altare principale, costruito probabilmente sui resti di uno molto più antico, è in marmo policromo. Dietro possiamo notare un coro in legno intagliato, e sopra due grandi affreschi del 1523.

 

 - Il monastero di S. Anna, sorge su una collina a sud del paese dalla quale è possibile ammirare tutto il golfo, da Capo Rizzuto a Soverato. Sorto probabilmente come sede complementare della Certosa di Serra San Bruno, è rimasto abbandonato a seguito del terremoto del 1783 il quale lo danneggiò gravemente. L’edificio presenta diverse analogie con la chiesa di San Pantaleone, tanto da far pensare allo stesso periodo di costruzione e all’utilizzo delle stesse persone. La costruzione è a pianta rettangolare, con quattro torri a pianta quadra nei rispettivi angoli, e sul lato ovest il portale d’ingresso, attualmente molto danneggiato.

 

Nella periferia del borgo, in località Costaraba possiamo notare i resti di una  antica torre, detta Torre dei Ceci, che si innalza per circa12 metri, con base quadrangolare e muri spessi fino a 1,60 mt. All’interno è ancora visibile una scala a chiocciola in pietra di granito, di ottima fattura, e, in una stanza adiacente i resti di un frantoio; macine, vasca in pietra e una pressa.

 

La festa patronale si svolge il 27 luglio in onore a San Pantaleone.

 

NG

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