Paesi della provincia di Catanzaro
Lamezia Terme
Lamezia Terme detta più comunemente Lamezia, è un comune italiano in provincia di Catanzaro, situato al centro della costa tirrenica calabrese, e affacciato sul golfo di Sant'Eufemia.
La città, che è la terza della regione per numero di abitanti e la settima per estensione di superficie, prende il nome dal fiume Amato, un tempo chiamato Lamato, che l'attraversa nella parte periferica.
Lamezia è una delle più giovani città italiane, fu costituita il 4 gennaio 1968 dall'unione amministrativa dei comuni di Nicastro, Sambiase e Sant'Eufemia Lamezia.
- Nicastro, anticamente detta Neocastrum, raggiunse il suo massimo splendore in epoca bizantina, ma in seguito venne sottomessa dai Normanni, sotto la guida di Roberto il Guiscardo.
- Sambiase, fu fondata intorno al monastero basiliano di S. Biagio nel sec. X da alcuni abitanti che provenivano dalle alture circostanti. Essi si concentrarono in caratteristici quartieri (Patelle, Cafaldo, Craparizza) che ancora oggi, lasciano intravedere l’impronta originaria dell’antico paese.
- Sant'Eufemia, è il più antico dei tre insediamenti e sorge su un sito diverso da quello originario dove in seguito fu edificata la grande Abbazia benedettina di S. Eufemia. L’edificio venne distrutto dal terremoto del 1638, rimangono solo dei ruderi in località Terravecchia.
La città che ha notevole rilevanza in riferimento alle infrastrutture, è sede di un aeroporto internazionale, che è il più importante della regione; di una stazione ferroviaria, che è una delle più importanti della Ferrovia Tirrenica Meridionale; e di uno svincolo autostradale.
Nei pressi del quartiere Sambiase, e più precisamente nella frazione Caronte, sono situate le omonime terme, conosciute dai bruzi, dai greci, dai romani, dai bizantini, dai normanni e dagli ispanico-francesi. Le acque sulfuree della sorgente Caronte, hanno proprietà terapeutiche adatte a diverse patologie, anche per la loro giusta temperatura, circa 39 °C, che consente di utilizzarle senza alcun intervento.
Il territorio comprende 8 km di costa, una parte della piana di Sant'Eufemia e una parte collinare e montuosa che si estende fino al monte Mancuso; la zona è rinomata per la coltivazione dell'olivo da cui si produce l'olio Lametia DOP; e della vite da cui si ricavano i vini Lamezia DOC.
Il centro del comune si trova indicativamente a metà strada fra la costa tirrenica e l'Appennino calabro, ed è posizionato all'estremità occidentale dell'istmo di Marcellinara, la striscia di terra più stretta d'Italia, dove il Tirreno dista dallo Ionio circa 30 km in linea d'aria.
Il clima di Lamezia Terme è come per gran parte delle città mediterranee, in generale mite, con sbalzi contenuti fra inverno ed estate.
Lamezia Terme conta una importante serie di cattedrali e chiese, ne citiamo alcune:
- Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo;
- Chiesa Beata Vergine del Carmine;
- Chiesa San Francesco di Paola;
- Santuario Madonna di Porto Salvo;
- Santuario Sant'Antonio da Padova.
Così come i palazzi:
- Palazzo Blasco;
- Palazzo D'Ippolito;
- Palazzo Franzì;
- Palazzo Giovanni Nicotera;
- Palazzo Niccoli;
- Palazzo Nicotera (Monachelle);
- Palazzo Nicotera (Severisio).
Tra le architetture di origine militare troviamo:
- Il Bastione dei Cavalieri di Malta, è una torre di difesa a tutt’oggi ottimamente conservata, che ci appare lungo la costa nei dintorni di Gizzeria Lido. La sua costruzione risale approssimativamente al 1550, voluta dal viceré di Napoli Don Pietro di Toledo, a difesa del territorio dagli attacchi dei Saraceni. La fortezza, costituita da grosse mura proprie di una struttura difensiva, si sviluppa su una base piramidale, dalla quale si innalza la torre di forma quadra. Sull’ingresso della torre, situato a levante, troviamo lo stemma del Balì Fra Signorino Gattinara. Il Bastione, che anticamente era circondato da un fossato e corredato di un ponte levatoio, si trova in ottimo stato di conservazione, a differenza di altre strutture simili, grazie alla cessione a privati avvenuta nel 1806. Il simbolo del bastione appare anche nello stemma della città.
- Il castello Normanno-Svevo, fu eretto durante la dominazione Normanna alla fine dell'XI sec. ed appartenne all'Abbazia Benedettina di S. Eufemia. I ruderi della fortezza, che occupano la cima di una rupe sopra il rione San Teodoro, dominano la città di Nicastro e tutta la piana di Lamezia.
Il castello è disposto su due livelli, la parte alta costruita dai Normanni, e la parte bassa da Federico II di Svevia. L’ingresso, situato nella facciata sud della struttura, è affiancato da due grossi torrioni, mentre altri due si ergevano rispettivamente a est e ad ovest.
Alla fine del secolo scorso, vennero eseguiti degli scavi che portarono alla luce strutture murarie, materiale ceramico e oggetti vari che unitamente alla documentazione esistente, permisero di tracciare le diverse fasi storiche del castello (Normanno, Svevo, Angioino, Aragonese) e la sua vera storia, facendo scoprire parti di esso fino ad allora sconosciute.
- Ruderi delle Mura secolari, appartenuti secondo alcuni ad una città della Magna Grecia, Melea; secondo altri all’antica via Popilia che attraversava l’intera Calabria.
Richiamano l’attenzione e la curiosità turistica anche:
Il Museo Diocesano, ospita oggetti d'arte sacra provenienti dai paesi della diocesi di Nicastro e dell'ex diocesi di Martirano. Tra gli oggetti di maggior pregio possiamo ammirare:
- una scultura quattrocentesca della Madonna delle Grazie realizzata dal Gagini,
- le statue lignee dell'Annunciazione ed il busto di S. Martino del XVI secolo,
- il grande dipinto su tavola della Madonna tra S. Luca e S. Stefano, detto Pala della Veterana,
- la tela di S. Francesco d'Assisi attribuita a Mattia Preti,
- la tela “S. Vincenzo e la Città” raffigurante Nicastro nell’anno 1854.
- Il Museo archeologico, è ubicato in un edifico del centro storico ed è suddiviso in tre sezioni: Preistoria, Età Classica, Medioevo. Entrando nel cortile possiamo ammirare la mensa ponderaria del 1200, appartenuta al mercato vecchio di Nicastro. Nella sezione preistorica, sono esposti reperti del Paleolitico calabrese e del Neolitico lametino. Nella sezione classica possiamo ammirare reperti recuperati nei pressi di Sant'Eufemia Vetere, riconducibili all'abitato di Terina e risalenti alla seconda metà del IV secolo a.C.
- Grotte del monte Sant'Elia, situate nella parte nord della piana Lametina, sono state oggetto di scavi portati a termine dall’archeologo Paolo Orsi tra il 1914 e il 1923, da cui furono estratti reperti riconducibili all’era neolitica.
- La Biblioteca Comunale che fu fondata nel 1897 inglobando i fondi librari dei Frati Domenicani e Cappuccini, ora esposti nella Casa del Libro Antico. Il patrimonio librario moderno raggiunge 25.000 volumi, distribuiti in varie sezioni.
- La Casa del Libro Antico, creata nel 2002, custodisce opere manoscritte e oltre 2.500 testi di pregio, stampati dall'inizio del XVI secolo in poi.
Lamezia possiede anche un ricco patrimonio di tradizioni culturali; alcune oramai scomparse, come i voluminosi vestiti colorati indossati dalle donne di un tempo o i giochi consumati per strada come “la campana”, “la staccia” o “pizzicu e mazza”; ed altre che resistono ancora, nonostante l’evoluzione moderna, come i dolci natalizi detti “grispelle” (frittelle di pasta lievitata) e pasquali detti “Cuzzupi” (dolci ornati con uova che cuocendo diventano sode);
o il rito di offrire un ramo di palme intrecciate, preventivamente benedette nella domenica delle palme, ad amici o parenti.
La festa patronale si svolge il 29 giugno in onore ai SS. Pietro e Paolo.
NG
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