Il pane....una tradizione antichissima
DOCUMENTARIO - Il pane....una tradizione antichissima
Durante il mio viaggio nell’Area Grecanica, avvenuto nel maggio dell’anno 2016, ebbi la fortuna di assistere alla preparazione del pane casereccio.
Quando arrivai a casa Maisano, l’impasto era già nel contenitore, proprio quello usato tradizionalmente e conosciuto con il nome di “majida” (Madia = contenitore in legno di forma rettangolare per alimenti).
Le quattro donne, che aspettavano proprio me, cominciarono a lavorare l’impasto aggiungendo dell’acqua, mentre la più anziana osservava attentamente. Si alternarono al faticoso lavoro, fino a quando la pasta non raggiunse la giusta elasticità, dopodichè venne lasciata riposare.
In quel frattempo compare Peppe mi portò a visitare il suo orticello, dove c’era di tutto; dalle piante di bergamotto ai pomodori, dai fagiolini alle fragole e poi un asino, due cinghiali, tre maiali e persino un maialino nano.
Tornati a casa, le donne stavano già preparando i panetti da infornare, varie forme: pagnotte, filoni, pitte….
Peppe iniziò ad accendere il forno, e quando tutto fu pronto le donne, come fosse una catena di montaggio, infornarono tutti i panetti. Un po’ di impasto fu fatto friggere e lo mangiammo subito, con dentro del capicollo rigorosamente casereccio.
Quando donna Leonarda aprì il forno e cominciò a sfornare il pane, un profumo intenso invase la casa. Quella sera mangiammo tutti li, cose semplici ma di una bontà unica.
Pane, olio, capicollo, salimuori (ciccioli di maiale), il tutto accompagnato da qualche bicchiere di vino rosso.
Quando terminammo le donne rimisero nel forno, ormai spento, alcuni pani aperti a metà, che lasciarono fino al mattino seguente per ottenere le “freselle”, un pane raffermo che si conserva per lungo tempo.
Questa è stata un’esperienza che non dimenticherò mai e da cui ho tratto il documentario che ripercorre quei momenti.
Buona visione
NG
Il pane, fatto come una volta (Testo del documentario)
Il lievito madre: un ingrediente fondamentale per la riuscita di un pane genuino e gustoso. Nell'Area Grecanica ancora oggi il pane viene preparato in casa seguendo un'antica tradizione: le mani che affondano nell'impasto e le voci delle donne che raccontano storie. Una spolverata di farina e poi, ancora, lavorare l'impasto energicamente. Prende forma, si vede l'elasticità della pasta, il viso scolpito dalle rughe della più anziana fa trasparire la bontà dell'impasto che riposa coperto da un canovaccio umido, poi lievita e si espande. Nell'attesa le donne continuano a raccontarsi episodi della quotidianità. Poi filano l'impasto e ne tagliano le forme.
Panetti, filoni e ciabatte e nel frattempo l'uomo di casa accende il forno, che illumina di rosso il calare della sera. Con una pala le donne adagiano all'interno le forme di impasto, il forno si chiude, un profumo avvolge la casa e quando è il momento i panetti dorati escono dalla bocca del forno. È un piacere gustare il pane ancora caldo con un filo d'olio e un po' d'origano! Quando cala la notte e il fuoco è già spento, donna Leonarda rimette le freselle nel forno che toglierà la mattina seguente dorate e croccanti.
NG
During my trip in the Grecanica area in May of 2016 I was lucky to be part of the preparation of homemade bread.
When I arrived at Maisano’s home the dough was already in the container - traditionally known by the name of "majida" ( rectangular wooden container for foods).
The four women who were showing me the process began to work the dough by adding water, while the older women watched carefully. They took turns in doing the heavy work until the dough almost reached elasticity and was allowed to stand.
In the meantime, Peppe appeared and took me to visit his backyard where there was everything from bergamot plants to tomatoes, green beans to strawberries and even a donkey, two wild boars, three pigs and a dwarf pig.
Back home, the women were already preparing the dough to bake in various forms; loaves, pitta etc
Peppe turned on the oven and when everything was ready the women, like an assembly line, put all the different shapes in the oven. A little piece of dough with homemade capicollo (Calabrian salami) , strictly homemade of course, was fried and ate quickly.
When “donna Leonarda” opened the oven and took the bread out a strong smell spread throughout the house. That evening, we ate them all simple things but filled with goodness.
Bread, oil, capicollo, salimuori (pork cracklings), all accompanied by a few glasses of red wine.
When we finished the women restarted the oven and put some breads cut in half, into it for the next morning. This would create the "freselle", an old bread which would keep for a long time.
This was an experience I will never forget and one I hope the documentary brings to life for you.
Enjoy viewing
Bread, made like many years ago(documentary text).
The sourdough, a key ingredient for the success of a genuine and tasty bread. In the Grecanica area still today the bread is prepared at home following an ancient tradition: the hands that sink into the dough and the voices of women who tell stories. A dusting of flour and then, again, work the dough vigorously. Takes shape, you see the elasticity of the dough, face carved with wrinkles of the older makes plain goodness dough resting covered with a damp cloth, then leavens and expands. In the meantime, women continue to tell episodes of everyday life. Then spin the dough and cut it forms. Panetti, lodgings and slippers and in the meantime the man of the house turn on the oven, which glows red nightfall. With a shovel women recline inside the shapes of dough, the oven gets closed, a smell wraps around the house and when it is the right time golden panetti come out of the oven mouth. It is a pleasure to taste the warm bread with a little olive oil and a bit 'of oregano! When night falls, and the fire is already off, “donna Leonarda” puts back the sliced bread in the oven that will take away the next morning golden and crisp.
NG