Gioacchino Murat, rievocazione storica (1815-2015)
Filmato RIEVOCAZIONE STORICA MURAT
Correva l'anno 1815, era l'8 di ottobre quando il Re Gioacchino Murat sbarcava sulla costa di Pizzo Calabro con ventinove uomini, nell’estremo tentativo di riconquistare il suo regno. Murat sbarca sulle rive della Marina insieme ad alcuni suoi fedelissimi, l'equipaggio sale verso la Piazza, seguito da un folto corteo formatosi lungo la via. Giunti in Piazza, si eleva un grido “Viva il Re Gioacchino” a cui fa seguito la risposta “Viva il Re”. La popolazione rimane inerme, così il Re decide di incamminarsi verso Monteleone, seguendo la Salita dei Morti, dove viene fermato dal Capitano Trentacapilli al comando di un gruppo di soldati borbonici. Re Gioacchino tenta la fuga verso la Marina, dove lo attende la sua imbarcazione, ma dopo alcuni scontri con i gendarmi del Re Ferdinando IV di Borbone, e l’uccisione del suo fedele Capitano Pernice, Murat viene catturato.
Condotto al Castello, viene processato e condannato a morte. Il suo ultimo desiderio, è quello di scrivere una lettere alla sua sposa e ai suoi figli.
Mia cara Carolina ,
La mia ultima ora è arrivata; in pochi istanti avrò cessato di vivere, in pochi istanti non avrai più un marito. Non maledite mai la mia memoria; muoio innocente; la vita mi è stata tolta da un’ingiusta sentenza. Addio mio Achille; addio mia Letitia; addio mio Luciano; addio mia Luisa. Mostratevi al mondo degni di me. Vi lascio senza regno e senza proprietà, nel mezzo dei miei molti nemici. Siate sempre uniti; mostratevi superiori alla fortuna; pensate a quello che siete e quello che siete stati, e Dio vi benedica. Non maledite la mia memoria. Sappiate che il mio più grande dolore, negli ultimi momenti della mia vita, è quello di morire lontano dai miei figli.
Ricevete la benedizione del padre; i miei abbracci e lacrime. Tenete questo in memoria del vostro infelice padre.
Pizzo, 13 OTTOBRE 1815
Joachim Murat
L’esecuzione avviene il 13 ottobre del 1815, all'interno del castello che oggi porta il suo nome. Re Gioacchino, dopo una breve confessione da parte del canonico Tommaso Masdea, muore valorosamente, con la dignità propria di un Re, guardando in faccia il plotone di esecuzione. La salma viene sepolta in una fossa comune all'interno della Chiesa di San Giorgio.
The year 1815 was the October 8 when King Joachim Murat landed on the coast of Pizzo Calabro with twenty-nine men, in an attempt to regain his kingdom. Murat landed on the shores of the Marina with some of his loyalists, the salt crew towards the Square, followed by a horde formed along the way. Once in the square, it stands a "Long live the King Gioacchino" cry which is followed by the answer "Long live the King." The population is unarmed, so the King decided to walk towards Monteleone, following the upward movement of the Dead, where it is stopped by Captain Trentacapilli in command of a group of Bourbon soldiers. King Joachim tried to escape towards the Marina, where awaits him his boat, but after a few run-ins with the cops of King Ferdinand IV of Bourbon, and the killing of his faithful Captain Partridge, Murat is captured.
Led to the Castle, he is tried and sentenced to death. His last wish, is to write a letter to his wife and to his children.
My dear Carolina,
My last hour has come; in a few moments I shall have ceased to live, in a few moments you will not have a husband. Never curse my memory; I die innocent; life he was taken away by an unjust judgment. Farewell my Achilles; goodbye my Letitia; goodbye my Luciano; farewell my Louise. Show yourself to the world worthy of me. I leave without a kingdom and without property, in the middle of my many enemies. Always be united; show yourselves superior to fortune; think about what you are and what you have been, and God bless you. Do not curse my memory. Know that my greatest sorrow, in the last moments of my life, is to die away from my kids.
Receive his father's blessing; my hugs and tears. Keep this in memory of your unhappy father.
Lace, October 13, 1815
Joachim Murat
The performance takes place on October 13, 1815, inside the castle that now bears his name. King Joachim, after a short shrift by the canon Thomas Masdea, dies valiantly, with its dignity of a king, looking in the face the firing squad. The body was buried in a mass grave in the Church of San Giorgio.
Visite: 3657